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Molti hanno scritto durante il lock- down, difficile non trovare non abbia provato, in quel periodo, a mettere l'isolamento e la solitudine nero su bianco. Ma esiste una rilettura dell'emergenza che cerca un senso in quel quotidiano frustrato e devastato dalla noia. Una rilettura fatta di pensieri, appunti e riflessioni tenuti assieme dalla bellezza salvifica della letteratura. È quella di Matteo Saccone, giovane professore di lettere. La letteratura come categoria interpretativa del reale: i testi di Virginia Woolf e Dante, di Kundera e Moravia, di Pavese, Kafka e tanti altri si intrecciano alla nostalgia per la vita senza mascherina. I classici e la grande cinematografia entrano in dialogo con la quotidianità di un insegnante arrabbiato e affamato di significato. «Tutto questo ci insegna che più cederemo alla civiltà digitale, più assumerà bellezza, importanza e valore economico ciò che ci manterrà umani» dice, e ce lo spiega.